Semplicemente Occlusione e Postura
Ancora oggi, nonostante le numerose scuole di pensiero, l’occlusione, fra le nostre terapie, si rivela l’anello debole. Eppure dovrebbe essere l’obiettivo di tutte le nostre terapie! Per citare alcune situazioni cliniche: quando verifichiamo che in bocca “non c’è spazio” per i nostri manufatti, quando non c’è spazio magari solo da un lato della bocca, quando dobbiamo pianificare un lavoro protesico, quando dobbiamo pianificare un lavoro protesico su impianti …perché la prognosi del nostro lavoro dipende anche e molto da come “funzioneranno” i nostri manufatti nel tempo, quando un paziente riferisce un click/dolore all’ATM, quando dobbiamo pianificare un trattamento ortodontico. Come ci comportiamo? Possediamo un metodo di studio affidabile? Ancora oggi si lavora in modo arbitrario e, nonostante l’approccio diagnostico fatto di esami radiologici, la presa delle cere (siliconi o simili), delle impronte e dell’arco facciale, specialmente nei casi più complessi, si cerca alla fine di individuare parametri occlusali che soddisfino più i nostri occhi. Qualche volta, unitamente al parere/aiuto dell’odontotecnico, ci convinciamo che …si può fare. Di fatto al momento non disponiamo di strumenti così sofisticati da individuare con certezza gli indici occlusali quali ad esempio la dimensione verticale, il rapporto maxillo-mandibolare sul piano antero-posteriore e sul piano orizzontale-laterale. Al momento tutto ciò che possediamo nell’approccio al paziente, riconosciuto dalla comunità scientifica, è la diagnostica radiologica. Sarai però d’accordo anche tu che tale approccio non consente la gestione quotidiana dei nostri pazienti. Non basta, non è sufficiente.
due giornate