La professione odontoiatrica: ergonomia e comunicazione
Il relatore pratica l’odontoiatria clinica da oltre sessant’anni, con più di 75.000 ore di lavoro alla poltrona, davanti al paziente e per il paziente. Ha svolto questo compito come assistente universitario, come dentista “mutualista”, come libero professionista. Da tutta questa esperienza ha dedotto una conseguenza basilare: alla gente, fondamentalmente, interessa essere “trattata bene”. Questo significa un sacco di cose, ma, per esserlo e dimostrarlo, occorre aver affrontato e risolto questi due problemi-base:
• avere la massima cura di sé stessi, della propria squadra e del proprio modo di lavorare, dato che il primo strumento efficace di lavoro è, integralmente, la ”squadra”;
• avere imparato, in modo efficace ed integrato, a comunicare con il paziente, ispirandosi alla deontologia prima che alla redditività.
La disciplina che insegna a risolvere il primo problema è l’ergonomia, mentre quella che insegna a risolvere il secondo, inteso nel senso più ampio, è la comunicazione. Dato questo presupposto, il relatore si riferisce, contemporaneamente, alle tre componenti della squadra: il dentista, l’igienista e l’assistente (ASO). È Infatti assoluta convinzione del relatore che solo la sinergia tecnicamente ineccepibile, ed armoniosamente offerta al paziente, possa far percepire a quest’ultimo come si sia raggiunta quella “alleanza” che il Codice Deontologico vuole quale fine primario del rapporto medicopaziente. Ed è a questo scopo che sarà dimostrata l’importanza dell’assunto del Codice Deontologico (Articolo 20), essere, cioè, il tempo di comunicazione un intrinseco ed insostituibile tempo di cura e, pertanto, primariamente terapeutico
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