Gestione professionale del paziente con approccio mini-invasivo: dalla diagnosi alla terapia di supporto nelle diverse condizioni cliniche
Nell’era della mini-invasività anche in odontoiatria, nello specifico per quanto riguarda i pazienti parodontali e/o con riabilitazioni implanto-protesiche, si sta cercando di virare verso un maggior rispetto dei tessuti duri e molli e delle superfici implantari. Inoltre è sempre più frequentemente la richiesta da parte di pazienti adulti di sottoporsi a procedure ortodontiche allo scopo di risolvere problematiche di natura estetica e funzionale allo stesso modo la frequenza con cui questi pazienti presentano, spesso inconsapevolmente, problemi parodontali è molto elevata. I nuovi protocolli che verranno descritti sposano la proposta di T. Flemmig che nel 2012 propone la GPAP (glicine powder air polishing) per la rimozione del biofilm sopra e sottogengivale attraverso l’utilizzo di air flow e perioflow seguiti dalla rimozione del tartaro residuo con strumenti ultrasonici mini-invasivi. Questo tipo di approccio guidato dall’utilizzo del rilevatore di placca rende più preciso ed efficace il trattamento, la motivazione e l’istruzione del paziente. Base imprescindibile dalla quale partire è l’aspetto diagnostico. Il corso si propone di spiegare come gestire la rimozione del biofilm e del tartaro sopra e sottogengivale riducendo al massimo gli effetti collaterali della terapia causale in tutte le condizioni cliniche. Ipersensibilità, recessione, irruvidimento delle superfici dentali e implantari rappresentano infatti la diretta conseguenza delle ripetute terapie non chirurgiche o semplicemente di ripetute sedute di profilassi eseguite in maniera troppo aggressiva nei confronti dei tessuti duri e molli. La tecnologia negli ultimi anni ci viene in aiuto nel ridurre questi effetti grazie a strumenti ultrasonici/piezoelettrici sempre più evoluti e polveri a bassa abrasività sempre meno invasive.
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